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  • Immagine del redattoreDario

Erbe spontanee come bioindicatori e occultazione (una tantum) come strategia ecologica

🌱 Le piante che chiamiamo "erbacce" non sono solo degli esseri eccezionali per vigore ed adattabilità, ma possono anche essere usate come strumenti utili nella comprensione del nostro suolo e dell'ecosistema di cui è parte. Le infestanti sono piante pioniere, che vengono "attivate" quando un suolo è disturbato, sbilanciato o in una fase primitiva della successione ecologica. Queste erbe spontanee fanno ciò che dovremmo fare noi! Conoscere il ruolo di un'infestante può farci capire perché è così abbondante e vigorosa nel nostro suolo, e da questa osservazione possiamo ricavarne delle strategie sistemiche di miglioramento del nostro orto - invece di preoccuparci dell'erbaccia come se fosse un problema.


💌 A me piace pensare alle "weeds" (come le chiamano gli inglesi) come dei messaggeri; sta a noi ascoltare il loro messaggio, e sostituirci a loro nel ruolo di miglioramento del terreno ed avanzamento della successione ecologica. Se noi non lo facciamo, ci pensano loro! Per esempio se un'erbaccia prova a decompattare il terreno, è un segnale che dovrebbe convincerci a smettere di lavorare il terreno profondamente e rivoltarlo, puntando invece ad un aerazione per mezzo di radici e biologia. Se invece una spontanea copre il suolo con le sue foglie imponenti, è un chiaro segno che bisogna coprire quel suolo con materia organica o piante desiderate al più presto. E così via.




🔍 Le piante pioniere possono quindi essere utilizzate come bioindicatori, cioè organismi che danno la misura delle condizioni dell'ecosistema. Se osserviamo le erbacce che crescono bene e in numero abbondante, possiamo fare delle inferenze sul tipo di suolo che abbiamo, la sua struttura, la disponibilità di nutrimenti minerali e materia organica.


📑 Nel tempo ho notato che non molti conoscono questo utilissimo report dell'Organic Research Centre, la Landworkers' Alliance e Coventry University (link sotto). E' una guida alle piante indesiderate più comuni e delle condizioni del suolo in cui si trovano più spesso. E' stato compilato utilizzando il famoso manuale di Durcef e diversi altri libri e articoli scientifici sulle infestanti in ambito agricolo. La tabella a pagina 10 è la parte più interessante ed utile. Visto che si parlava di Convolvolo, ne approfitto per riportare qui un post sulle cosiddette erbe infestanti, che altro non sono che pioniere.



🌿 Mi capita a volte di trovare resistenza quando consiglio la pratica dell'occultamento con telo di plastica. Se seguita da una pacciamatura organica molto pesante, questa strategia, da effettuare una volta sola (e potenzialmente mai più!), funziona in maniera molto efficace e può essere vista come un "trucchetto ecologico". In natura, le infestanti innescano un processo di successione che va ad aumentare il contenuto organico, la fertilità e migliorare la struttura del suolo.


👨‍🌾 Andando ad occultare...simuliamo l'inverno (con la privazione di luce) o un incendio (calore e privazione di luce), e questo ha l'effetto di

  • evitare lavorazioni,

  • stimolare il sistema (come se lo potassimo!),

  • aggiungere materia organica al terreno (le erbacce incluse le radici),

  • portare i lombrichi a riprodursi in superficie (perché l'umidità si raccoglie sotto il telo, nell'orizzonte più alto del terreno)

  • uccidere le infestanti e darci l'occasione di sostituirci a loro.

🔱 Tre condizioni sono molto comuni nel caso di infestazioni di erbe spontanee indesiderate: la compattazione, l'insufficienza di materia organica e di copertura del terreno, e lo sbilanciamento minerale.


🌵 Quindi è importante, se vogliamo rendere l'occultamento efficace, farlo seguire da un'aeratura (in terreni compatti) senza rivoltamento del suolo, e una pacciamatura di materia organica molto spessa. Questo catapulta il sistema suolo in uno stato che naturalmente avrebbe raggiunto in molti anni e con il susseguirsi di tante piante. Quello che otteniamo non è uno stato "autentico", e quindi non stabile. Dobbiamo subito premurarci di popolare quella pacciamatura ed il suolo sottostante con radici vive. I loro essudati andranno a stabilizzare il terreno fisicamente, chimicamente e biologicamente.


🌍 Nella mia esperienza, ripetuta varie volte e in terreni molto diversi qui in UK, e vista in tanti posti in giro per il mondo, dopo 1-2 anni le infestanti sono praticamente un ricordo e la struttura e feritlità del terreno sono pazzesche. Su terreni argillosi è possibile coltivare carote lunghe senza problemi, e su terreni sabbiosi si può ridurre l'irrigazione fino al 50%.


🖼 Tra le foto una parte della tabella di cui sopra (alla voce: convolvolo!), un piccolo post sulle "weeds" che scrissi tempo fa, ed un paio di altri scorci pieni di spontanee.


🔗 Link alla Bioindicators guide: [pdf]



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